A cura di Paola Laura
Fabbri
La ricetta di questo antico dolce
speziato di forma rotonda è presente con diverse varianti in regioni come
Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Lazio. L'antenato del panpepato sarebbe il
melatello, un semplice dolce a base di farina e di acqua melata, ossia acqua
usata per risciacquare i recipienti che avevano contenuto miele. L'usanza di
utilizzare questo liquido era già presente sulle tavole dei romani che
l'usavano per dolcificare preparati fatti con latte, uova, frutta secca e vino.
Nel Medioevo i
dolci melati si arricchirono delle spezie diventando un cardine della cucina
dolce di corte. Fu Siena, ubicata sulla via Francigena dove si facevano ricchi
commerci, che fece di queste preparazioni una proficua attività.
Leggenda narra
che l'ispirazione venne presa da certi pani speziati a base di miele riportati
dall'Oriente dal senese Niccolò de' Salimbeni nel XII secolo. La ricetta
originale prevedeva farina, miele, frutta di stagione (fichi, arance, susine,
mele, uva) e spezie. Cuocendo l'impasto si aveva l’accorgimento di lasciarlo un
po’ umido, in modo che la frutta fermentasse, dando alla focaccia il
caratteristico gusto acidulo: da qui anche il nome di panforte.
Il primo documento in cui compare il panpepato risale al 1205 ed
è un documento contabile dell’Abbazia di
Montecelso . Nel 1370 il panpepato era un prodotto “di lusso”, un prodotto senese da esportazione,
consumato anche a Venezia durante le festività di Natale.
Con il
trascorrere del tempo la ricetta si trasformò sostituendo la frutta bollita con
frutta candita e secca. Dato l’elevato valore energetico, le milizie
senesi lo usavano durante le campagne militari del 1550. Un’idea che verrà
rivalutata nel 1911, quando la Ditta Parenti prese a produrre panforti quadrati
per i soldati di stanza in Africa.
Per
molto tempo questo dolce si produceva solo
nei monasteri
nei conventi e
nelle farmacie per la loro
maggior disponibilità a procurarsi le spezie. Nel XVIII si agli ingredienti venne aggiunto
il cioccolato.
In origine la ricetta prevedeva l’uso di frutta, melone, fichi, agrume,
soprattutto arance, il tutto bollito (e candito) nel miele e poi mescolato con
mandorle e noci in un recipiente in cui era stato impastato ancora miele con
farina e spezie. I’impasto veniva diviso in porzioni dalla forma di pani rotondi, con una cupola al centro come le
pagnotte. In seguito verranno appiattiti e assumeranno assumere la classica
forma a cui siamo abituati oggi. L’uso dell’ostia è piuttosto per evitare che l’impasto
si attacchi allo stampo durante la cottura è piuttosto recente, ;
anticamente si usava solo la farina. Nei Capitoli del forno de “La Storia dal Libro delle memorie” (1595/1677),
documento conservato nell’archivio comunale di Buonconvento, vengono
fornite poche indicazioni riguardi ingredienti e metodi di cottura
Secondo un manoscritto (l’epoca non è chiara: prima si parla di
XVIII secolo e poi di 1675), per il panpepato occorrono 15 ingredienti: il miele, lo zucchero, la farina di grano, le noci, le nocciole di
monte (le avellane), le mandorle, il candito di popone (melone), il candito di
cedro, le arance candite, il limone candito (scorza), coriandolo, cannella di
Ceylon, il pepe aromatico (piper cubebe), i chiodi di garofano, la noce moscata
(http://www.taccuinistorici.it/ita/news/medioevale/dolci/storia-dei-panpepati.html)
Ricetta
Ho cercato di
ricostruire quella che poteva essere la ricetta in origine, ovviamente si
tratta di un’ipotesi
Ingredienti per la
versione vegan:
250 gr. di mandorle non
pelate
120 gr. di noci
120 gr. di nocciole
80 gr. di cedro candito
80 gr. di arancia
candita
50 gr. di limone
candito
140 gr. di melone
candito io ho usato la cucuzzata (zucca bianca candita)
4 fichi secchi
250 gr. di farina
180 gr. di sciroppo di
grano in sostituzione del miele
180 gr. di zucchero di
canna grezzo, per grezzo intendo dulcita o mascobado
Per la miscela di spezie:
4 cucchiaini di
coriandolo macinato
3 cucchiaini di
cannella
2 cucchiaino di pepe
garofanato ( si trova tranquillamente dei supermercati o nelle erboristerie ben
fornite)
1 cucchiaino di noce
moscata macinata
1 cucchiaino di chiodi
di garofano macinati
1 cucchiaino di pepe
nero macinato.
Mescolare tutte le
spezie.
Per lo spolvero finale
130 gr, di zucchero di
canna a velo
1 cucchiaino di
cannella
1 di chiodi di garofano
1 di pepe nero macinato
Mescolare le spezie con
lo zucchero a velo
In una terrina capiente
mescolare tutta la frutta secca. Tagliare a cubetti i canditi e unirli alla
frutta secca, unire anche la farina e le spezie e mescolare il tutto. Portare
ad ebollizione lo sciroppo di grano con lo zucchero, far bollire a fuoco basso
fino a completo scioglimento dello zucchero. Versare sul mix di frutta e farina
e impastare (con un cucchiaio altrimenti si rischia l’ustione) il tutto.
Otterremo un composto piuttosto duro e faticoso da lavorare. Foderare due teglie rotonde da 20/22 cm di
diametro, ungerle bene con olio e dividere l’impasto, dobbiamo ottenere un’altezza
di circa 4 cm. Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 35/40 minuti. Far
raffreddare e cospargere abbondantemente con il mix di zucchero a velo e
spezie. Si conserva a lungo in una scatola di latta o avvolto in alluminio per
alimenti. E’ più buono dopo qualche giorno.
AGGIUNGENDO A QUESTO IMPASTO 200 GR. DI CIOCCOLATO
FONDENTE SCIOLTO A BAGNO MARIA,
possiamo ottenere la versione più moderna di questo dolce
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