A cura di Paola Laura
Fabbri
Il cioccolatino più
facile da preparare, e uno dei più gustosi; nella sua veste un po’ rustica, il
tartufo resta il preferito e il più versatile. Le varianti sono infinite.
Innumerevoli le combinazioni fra ganache, aroma e copertura: sempre diversi,
sempre irresistibili. Uno tira l’altro
Di seguito fornisco la
ricetta base per le due versioni, cioccolato bianco e fondente. Da questa base
si possono creare molteplici piccole bombe di piacere assoluto. Da questa
ricetta base ci si può sbizzarrire aggiungendo liquori, vini, oli essenziali,
essenze di fiori, spezie.
Per i tartufi al
cioccolato bianco
Ingredienti per una
quindicina di pezzi:
500 gr. di cioccolato
bianco vegan, io uso lo Sweet William http://shop.ivegan.it/tavoletta-cioccolato-bianco-sweet-william-p-1285.html?cPath=167_169
250 gr. di panna
vegetale. Io uso la Professional crem oppure http://shop.ivegan.it/panna-montare-leha-200g-p-2197.html?cPath=167_170
60 gr. di burro
vegetale, non è indispensabile
Per la copertura:
400 gr. di cioccolato
bianco
Portare la panna ad
ebollizione, in un pentolino abbastanza grande da poter contenere tutti gli
ingredienti; togliere dal fuoco e aggiungere i 500 gr. cioccolato ridotto in
scaglie, mescolare fino a completo scioglimento del cioccolato, aggiungere ora
il burro vegetale se si decide di usarlo. Amalgamare bene il tutto e far
riposare in frigorifero per almeno 4 ore. Si può anche preparare la sera prima.
Formare delle palline
da circa 15 gr. posarli su un vassoio rivestito di carta da forno e far
rassodare le sfere per un ora in frigorifero.
Sciogliere il
cioccolato a bagnomaria e con l’apposita forchettina o con una normale
forchetta da tavola, tuffare le sfere di ganache nel cioccolato sciolto,
rotolarle sull’apposita griglia per creare la caratteristica “rigatura”, infine
farli solidificare su un vassoio rivestito di carta da forno.
Per quelli al
cioccolato fondente sostituire il cioccolato bianco con quello fondente. Il
procedimento è lo stesso. La copertura fondente andrebbe temperata, il
cioccolato rimane più brillante.
TECNICHE DI LAVORAZIONE DEL
CIOCCOLATO
Sciogliere il cioccolato
Mai sciogliere il
cioccolato sul fuoco diretto:
granisce immediatamente. Il bagnomaria è il metodo più usato, in quanto
permette di mantenere una bassa temperatura (non superiore ai 45°C). E'
importante ridurre il cioccolato in piccoli pezzi possibilmente uguali affinchè
la temperatura di fusione sia omogenea. L'acqua non deve mai bollire: il vapore
ed eventuali gocce di acqua danneggiano irrimediabilmente il cioccolato
Precristallizzazione
Per ottenere un ottimo risultato
nella realizzazione di praline, coperture e decorazioni di cioccolato occorre
effettuare l'operazione di temperaggio.
Temperare significa lavorare il
cioccolato in modo da conferirgli lucentezza. Questo si ottiene con la
cristallizzazione fine e regolare del burro di cacao. Per ottenere la
microcristallizzazione ideale, si deve portare il cioccolato ad una temperatura
di 45 °C, poi raffreddato a 29°C, per quanto riguarda il cioccolato fondente e
24 °C per quello al latte e bianco, e riscaldato a 32°C prima di poter essere
utilizzato. La copertura temperata, presenta un aspetto lucente, senza
striature e si stacca bene dagli stampi usati per modellarla, stampi in
policarbonato ad uso alimentare, acciaio o silicone.
Il cioccolato non deve mai essere
posto a diretto contatto con il fuoco.
Sciogliere il cioccolato a bagno
maria, portandolo ad una temperatura di 45°C
Versare su una lastra di marmo
due terzi del cioccolato fuso e con una spatola muoverlo dal centro verso
l’esterno, fino a portare la massa a 29 °C.
Unire il cioccolato raffreddato a
quello rimanente e riscaldare a 32 °C
Ora è pronto per essere usato.
Riguardo le temperature vi sono
diverse tabelle e diversi pareri. Io uso i seguenti parametri e mi trovo bene
Copertura Fondente
Fusione a bagno maria 45 °C
Stato liquido, molecole instabili e in movimento
Raffreddamento
27 °C Stato solido, molecole instabili ma fisse
Riscaldamento
32 °C Stato di utilizzo, molecole stabili ma in movimento
Cristallizzazione
20 °C Definitiva brillantezza e stato di conservazione
Copertura al latte
Fusione a bagno maria 45 °C
Stato liquido, molecole instabili e in movimento
Raffreddamento
27 °C Stato solido, molecole
instabili ma fisse
Riscaldamento
32 °C Stato di utilizzo, molecole stabili ma in movimento
Cristallizzazione
20 °C Definitiva brillantezza e stato di conservazione
Copertura bianco
Fusione a bagno maria 45 °C
Stato liquido, molecole instabili e in movimento
Raffreddamento
25 °C Stato solido, molecole instabili ma fisse
Riscaldamento
30 °C Stato di utilizzo, molecole stabili ma in movimento
Cristallizzazione
20 °C Definitiva brillantezza e stato di conservazione
Con il cioccolato al latte vegano
(ho usato quello di Bonvita) si ottiene lo stesso risultato di quello al latte
classico. Purtroppo per quanto riguarda quello bianco i risultato non sono gli
stessi di quello tradizionale, si ottiene un effetto opaco.
Questa è una tecnica manuale, se
si ha la fortuna di avere una temperatrice tutto questo lavoro lo fa la
macchina
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