A cura di
Paola Laura Fabbri
Dolce tipico natalizio di molte regioni d’Italia,
storicamente presente pure in paesi come Spagna e Francia (grazie all’influenza
araba che presentava un dolce simile anche se con un nome diverso e più
somigliante ad un croccante).
Sembra che il termine provenga dal latino “torreo” (abbrustolire) o "torrere" (tostare) con riferimento alla tostature delle mandorle e delle nocciole.
Diverse le teorie circa la sua origine. Si ritiene che possa derivare da una preparazione di miele, albume e mandorle presente nell'antica Roma. Un'ipotesi successiva collegherebbe la ricetta agli arabi che l'avrebbero diffusa nel Sud Italia e nel Mediterraneo, come indicherebbe il “Turun” riportato nel De medicinis et cibis semplicibus trattato dell'XI secolo.
Una leggenda cremonese identificherebbe il primo torrone tradizionale nel dolce speciale di mandorle e miele a forma di torre preparato dai cuochi di corte per le nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza.
La parola torrone compare per la prima volta nei testi italiani di cucina del '500, come ad esempio nell'opera del Messisbugo.
Ancora ad inizio '900 la barretta era preparata dai fornai al termine della lavorazione del pane.
Oggi le diverse varianti regionali della ricetta possono essere a base di pasta più o meno morbida, arricchita con frutta secca, fichi, erbe, spezie, scorze di agrumi o cioccolato. (http://www.taccuinistorici.it/ita/news/medioevale/dolci/Torrone-barretta-armonica.html)
Sembra che il termine provenga dal latino “torreo” (abbrustolire) o "torrere" (tostare) con riferimento alla tostature delle mandorle e delle nocciole.
Diverse le teorie circa la sua origine. Si ritiene che possa derivare da una preparazione di miele, albume e mandorle presente nell'antica Roma. Un'ipotesi successiva collegherebbe la ricetta agli arabi che l'avrebbero diffusa nel Sud Italia e nel Mediterraneo, come indicherebbe il “Turun” riportato nel De medicinis et cibis semplicibus trattato dell'XI secolo.
Una leggenda cremonese identificherebbe il primo torrone tradizionale nel dolce speciale di mandorle e miele a forma di torre preparato dai cuochi di corte per le nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza.
La parola torrone compare per la prima volta nei testi italiani di cucina del '500, come ad esempio nell'opera del Messisbugo.
Ancora ad inizio '900 la barretta era preparata dai fornai al termine della lavorazione del pane.
Oggi le diverse varianti regionali della ricetta possono essere a base di pasta più o meno morbida, arricchita con frutta secca, fichi, erbe, spezie, scorze di agrumi o cioccolato. (http://www.taccuinistorici.it/ita/news/medioevale/dolci/Torrone-barretta-armonica.html)
Sul web ho trovato diverse ricette in inglese per il torrone
con acquafaba fra cui una su questo gruppo https://www.facebook.com/groups/VeganMeringue/ ma ho
preferito fare una personale ricerca fra le ricette del torrone classico e fare
un mix. Questa è la mia versione
Ingredienti
Serve un termometro per zucchero. In commercio si trovano
facilmente dei termoetri digitali appositi a costi contenuti
400 gr. di glucosio o sciroppo di glucosio in sostituzione
del miele
400 gr. di zucchero, quello che preferite più 50 gr.
130 gr. di acqua
50 gr, di aquafaba in sostituzione degli albumi
i semi di una stecca di vaniglia
mezzo cucchiaino di succo di limone, serve per eliminare
completamente il leggero retrogusto di ceci
600 gr. di mandorle pelate oppure nocciole o mix di frutta
secca a piacere. E’ possibile usare anche frutta disidratata o candita
Fogli di ostia per torrone, reperibili facilmente online
Foderare con carta da forno
uno stampo rettangolare dai bordi alti e disporre sul fondo uno strato di
ostia spolverato di zucchero a velo vanigliato. Tostare la frutta secca in forno
preriscaldato a 160°C per 20 minuti
circa. Spegnere il forno e mantenerla al caldo. In un pentolino versate il glucosio
e cuocere, con la vaniglia, portarlo a 140°C. Poco prima che sia pronto il
glucosio, in un altro pentolino mettere
lo zucchero, l’acqua e cuocere fino a
170-180°C per queste due operazioni serve il termometro. Nel frattempo montate
a neve fermissima l’aquafaba. Portate gli sciroppi a 100°C, altrimenti cuoce l'acuafaba. Togliere il glucosio dal fuoco e versarlo a filo sull’acquafaba montata,
continuando a montare, senza spegnere la planetaria o lo sbattitore, poi unire
anche lo sciroppo di zucchero sempre a filo, lentamente e continuando a montare
per cinque minuti. A questo punto unire la frutta scelta. Mescolare bene e
versare nello stampo precedentemente preparato, aiutandosi con una spatola di
legno o di gomma per uniformare lo spessore. Coprire con un foglio di ostia
facendolo aderire bene alla superficie del torrone. Far raffreddare il torrone
fino al giorno dopo. alcuni lo mettono in frigorifero. si conserva fuori frigo
in luogo fresco
3 commenti:
Interessantissima questa ricetta! Brava ! Complimenti davvero! il glucosio lo hai scelto per via del "non colore" ? Sarebbe possibile sostituirlo con un qualsiasi malto o sciroppo di riso/agave/cocco ? Dove posso trovare il glucosio o sciroppo di glucosio per uso casalingo (non so se lo vendono solo ai pasticcieri) :) Grazie mille delle informazioni e buone feste ^_^
Ciao Paola, scusa mi pareva di avercommentato stamattina ma non vedo il commento e a questo punto non sono sicura di aver fatto invio :D! Volevo complimentarmi con te per la ricetta e volevo chiederti se il glucosio lo usi principalmete per il colore.Grazie mille! :)
Mi scuso ma ho visualizzato solo ora. Lo sciroppo di glucosio serve solo per mantenerlo bianco, è sostituibile con qualsiasi malto ecc..
Posta un commento