Ricetta a cura di Paola
Laura Fabbri
Simbolo della pasticceria mantovana,
questa torta chiamata anche sbrisolina o sbrisulada,. Il nome deriva dal
sostantivo brìsa, che
in mantovano vuol dire briciola, datole a causa della sua friabilità.
L’origine del
dolce sarebbe contadina, come testimonierebbe l’uso della farina di mais,
ingrediente fondamentale della ricetta nata a cavallo tra '500 e '600. Sembra
che la si preparasse in un’occasioni speciali, come la nascita di un bambino o
una promessa di matrimonio, per poi essere conservata a lungo.
La sbrisolona si
nobilitò con l'arrivo alla corte dei Gonzaga che la arricchirono introducendo
zucchero, spezie e mandorle.
Nella tradizione
lombarda questo dolce era chiamato “torta delle tre tazze” per l’eguale
quantità, misurata in tazze, dei suoi tre ingredienti principali: farina
gialla, farina bianca e zucchero.
Con il passare
del tempo la ricetta, interpretata con varianti popolari o borghesi, ha avuto
diversi ingentilimenti: minore presenza di farina di mais, sostituzione dello
strutto con il burro, maggiore morbidezza del composto.
Ingredienti:
200g di farina
200g di farina fioretto
di mais
200g di mandorle pelate
50 gr. di mandorle non pelate per la
decorazione
150g di zucchero
di canna
250g di burro
burro vegetale
Baccello di
vaniglia
Un pizzico di sale
Zucchero a velo
per decorare
Setacciare le
farine e unire le mandorle tritate grossolanamente, lo zucchero, la vaniglia,
un pizzico di sale e burro vegetale. Lavorare gli ingredienti fino ad ottenere
un impasto non uniforme e con dei piccoli grumi. Versare il tutto in una
tortiera imburrata, formando uno strato di circa 2 cm. di spessore Decorare con
le mandorle non pelate Cuocere in forno
a 150°Cperun’ora e togliere. Far
raffreddare e cospargere con lo zucchero a velo. Servire la torta, spezzandola
con le mani, senza l’uso del coltello.
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