mercoledì 15 ottobre 2014

Vegan Frollini alla rosa e mandorla






A cura di Paola Laura Fabbri
Ingredienti
200 gr. di farina, quella che preferite
50 gr. di amido di mais
50 gr. di farina di mandorle
15 gr. di petali di rosa essiccati ad uso alimentare. Reperibili nelle erboristerie
100 gr. di zucchero. Quello che preferite
Due cucchiai di acqua di rose ad uso alimentare
130 gr. di burro vegetale (burrolì, burro di cacao, margarina, margarina auto prodotta)

Setacciare tutti gli ingredienti secchi, aggiungere i petali di rosa tritati, l’acqua di rose e il burro vegetale. Impastate fine ad ottenere un composto omogeneo. Far riposare in frigo un paio d’ore. Stendere l’impasto ad uno spessore di 5 mm. con un taglia biscotti ritagliare i frollini. Posizionare al centro una mandorla. Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 15/20 minuti. Una volta raffreddati spolverizzare con zucchero a velo (facoltativo)

lunedì 13 ottobre 2014

Vegan Torta di noci






A cura di Paola Laura Fabbri
Ingredienti per uno stampo da 20/22 di diametro
150 gr. di farina, quella che preferite
100 gr. amido di mais
140 gr. di zucchero, quello che preferite
100 gr. di noci tritate
Mezza bustina di lievito per dolci
230 gr. bevanda vegetale (latte di soia ecc…)
60 gr. di olio di mais
5 gr. di aceto di mele, aiuta la lievitazione
Setacciare la farina con il lievito, l’amido di mais, il lievito, aggiungere le noci tritate. Miscelare il latte vegetale con l’olio e l’aceto di mele. Aggiungere la miscela liquida  al mix di farine. Con una frusta mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo. Versare in uno stampo precedentemente imburrato o rivestito di carta da forno. Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 45 minuti

sabato 11 ottobre 2014

Vegan Cappellacci al cacao con ripieno di noci e ricotta vegetale







A cura di Paola Laura Fabbri
Per il ripieno
400 gr. di ricotta di soia autoprodotta.
200 gr. di noci tritate finemente
Sale e pepe Q.B.
Per la pasta
400 gr. di semola di grano duro rimacinata
100 gr. di farina, quella che preferite
60 gr. di cacao
Sale e acqua
Per condire
Burro vegetale (burrolì, burro di cacao, margarine, margarina autoprodotta)
Lievito in scaglie
2 cucchiai rasi di spezie dolci. Mix composto da 20 g. di zenzero, 20 g. di cannella, 5 g. di chiodi di garofano. (Tratta da “Libro per cuoco” Anonimo Veneziano del XIV secolo)
Cioccolato fondente
Per la ricotta

Vegan Torta al limone





A cura di Paola Laura Fabbri
Torta soffice, semplice e profumata. Adatta per la prima colazione o per l’ora del tè
Ingredienti per uno stampo da 20 cm di diametro
130 gr. di fecola di patate
120 gr. di farina, quella che preferite
150 gr, di zucchero, quello che preferite
Mezza bustina di lievito per dolci
Zest di un grosso limone (scorza grattugiata)
50 gr. di succo di limone filtrato
230 gr. di bevanda vegetale (latte di soia ecc…) oppure 200 gr. di acqua
60 gr. di olio di mais
5/6 gocce di olio essenziale di limone. Sconsiglio di usare quelle orribili fialette di aromi tipo Cameo, Paneangeli ecc… sembrano detersivo per piatti.
Zucchero a velo per la decorazione

Setacciare la fecola con la farina, lo zucchero e il lievito. Aggiungere la scorza di limone. Miscelare il succo di limone con il latte vegetale o l’acqua , l’olio e le gocce di olio essenziale. Aggiungere la miscela liquida al mix di ingredienti secchi e mescolare con una frusta fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Versare in uno stampo da 20 cm di diametro, imburrato o rivestito di carta da forno.  Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 45 minuti. Far raffreddare e cospargere di zucchero a velo. Io l’ho decorata con scorze di limone candite e una fettina di limone

giovedì 9 ottobre 2014

Vegan baci di noci




A cura di Paola Laura Fabbri
200 gr.  di noci
110 gr. di zucchero di canna
160 di burro vegetale
110 gr. di farina
200 gr di cioccolato fondente 85% sciolto a bagnomaria
Alcuni gherigli per la finitura
Ridurre in farina fine le noci. Setacciare la farina con lo zucchero e la farina di noci. Aggiungere il burro vegetale. Impastare velocemente e far riposare in frigo un paio d’ore. Trascorse le due ore prendere l’impasto e formare delle palline da 6-7 gr. farle riposare in frigorifero per almeno due-tre ore, meglio tutta la notte. Cuocere in forno a 160°C per 20 minuti.
Far raffreddare e unire i baci con cioccolato fondente fuso e decorare con un quarto di gheriglio incollato con una goccia di cioccolato



mercoledì 8 ottobre 2014

Frutta “avvolta” vegan Pere alle mandorle, rose e cacao





A cura di Paola Laura Fabbri
Ingredienti
6 stampi in carta per panettone da 100 gr.
6 piccole pere molto sode
100 gr. di farina di mandorle
50 gr. di zucchero di canna
4 cucchiai di acqua di rose ad uso alimentare
110 gr. di farina
110 gr. di fecola di patate
40 gr. di cacao
5 gr. di lievito per dolci
120 gr.di latte vegetale
30 gr. di olio di mais
5 gr. di aceto di mele (aiuta la lievitazione)
Sbucciare le pere e spruzzarle con succo di limone per evitare l’ossidazione Mescolare la farina di mandorle e lo zucchero aggiungendo un poco alla volata l’acqua di rose fino ad ottenere un impasto simile al marzapane
Togliere delicatamente il torsolo e scavare un po’. Riempire lo spazio con la pasta di mandorle alla rosa.

In una terrina setacciare gli ingredienti secchi. Miscelare Il latte vegetale con l’olio e l’aceto di mele e unirlo al mix di farine e cacao. Mescolare fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.  Riempire per un quarto circa lo gli stampi, posizionare al centro la pera farcita. Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 35/40 minuti. Far raffreddare e decorare a piacere. Io ho usato scaglie di mandorle e una rosa cristallizzata

Vegan Crostata al cioccolato e rum





A cura di Paola Laura Fabbri
Per la pasta frolla al cacao
150 gr. di farina
150 di amido di mais
50 gr. di cacao
100gr. di zucchero di canna
100 gr,. di cioccolato fondente al 75% tritato grossolanamente
170 gr. di burro vegetale (margarina, margarina autoprtodotta, burrolì, burro di cacao)
Un pizzico di sale

Mescolare gli ingredienti secchi, unire il cioccolato tritato e il burro vegetale freddo e intridere con la punta delle dita. Impastare velocemente e far riposare almeno un’ora in frigorifero.
Stendere metà della pasta frolla alla spessore di 5mm. Foderare uno stampo per crostata con la frolla, bucherellare e cuocere in bianco (solo la pasta senza farcitura), per 25 minuti. Togliere da forno e far raffreddare

Per la farcitura
300 gr. di crema spalmabile alla nocciola e cacao, io uso la Teo & Bia oppure quella fatta da me
200 gr. di biscotti secchi vegan
100 gr. di rum scuro

Vegan Pasta sfoglia al cacao




A cura di Paola Laura Fabbri
Già conosciuta da Egizi, Greci e Romani, ( ovviamente non quella al cacao) che la preparavano con olio al posto del burro .Detta anche "sfogliata", è una pasta cotta al forno, leggerissima e molto friabile. La sua lavorazione è piuttosto lunga e richiede una certa attenzione nel manipolare gli ingredienti, affinché l'aria possa inglobarsi tra i vari strati di pasta e burro, per poi dilatarsi durante la cottura con un processo chiamato: "lievitazione fisica". La prima versione moderna della pasta sfoglia (burro al posto dell'olio), con l'esatta indicazione dei vari "giri", fu ideata da François Pierre de la Varenne.  Fu Marie-Antoine Carême detto il cuoco dei re e il re dei cuochi, che stabilì il metodo a 5 giri che è tutt'oggi in uso. L'impasto deve essere fatto con farina, acqua e burro (nella stessa quantità della farina). La preparazione avviene in stadi successivi (fino a sei) che consistono nel modellamento dell'impasto a strati. Regola fondamentale per la sua buona riuscita è avere gli ingredienti a una uguale temperatura, perché possano amalgamarsi perfettamente. Indispensabile anche il riposo in frigorifero della pasta tra i vari "giri". 
Regole fondamentali per una perfetta pasta sfoglia:
  1. La quantità di materia grassa deve essere pari e anche a volte superiore alla quantità di farina utilizzata
  2. La qualità della materia grassa deve essere ottima
  3. La temperatura della materia grassa e della pasta deve essere sempre fredda.

La temperatura della materia grassa e della pasta deve essere sempre fredda.
Per la pasta sfoglia al cacao ho veganizzato la ricetta di Montersino.

Ingredienti:
360 gr. di farina  di forza, manitoba ecc…
40 gr. di cacao
180 gr.di acqua fredda
8 d gr.  di sale
400 gr. di burro vegetale freddo (ho usato margarina senza olio di palma Vallè). Per la mezza sfoglia 200 gr.
Preparare il pastello
Setacciare 260 gr. di farina con 20 gr. di cacao. Sciogliere il sale nell’ acqua
Sul piano di lavoro, meglio se di marmo, disporre a fontana il mix di cacao e farina lasciando un buco nel centro.
Versare nel centro, la miscela di acqua e sale che deve essere molto fredda,
Mescolare con le dita facendo assorbire la farina e cominciando a impastare.
Aggiungere il resto dell'acqua mano mano che impastate e smettere di aggiungerne non appena si avrà ottenuto un impasto sodo, nè troppo molle nè troppo duro.  La pasta deve avere la stessa consistenza di un panetto di burro ammorbidito. Avvolgere in pellicola da cucina e mettere in frigo per mezz’ora.
Impastare il burro con la gli atri 100 gr. di farina che avremo setacciato con i restanti 20 grammi di cacao. Formare un panetto  quadrato alto circa cm. 1,5. avvolgere in pellicola da cucina e far riposare in frigo per mezz’ora
Trascorsi i 30 minuti spolverare il piano di lavoro con un po' di farina, prendere il pastello dal frigo e schiacciarlo  con il mattarello per dargli una forma quadrata dello spessore di 3/4 mm. circa
Fare la stessa cosa con il burro. Tagliare due pezzi di carta fornoUna sul piano e una sopra il panetto di burro. Col mattarello passare sopra la carta schiacciando il burro e facendogli prendere una forma più o meno uguale a quella dell'impasto, ma più piccola, in modo che possa essere avvolto nella pasta.
Mettere il burro sulla pasta e ripiegate i lembi della pasta sul burro, come fosse un fagottino, prima tirando il lembo superiore verso di voi e poi quello inferiore verso l'alto. Schiacciare con il mattarello, otterrete un rettangolo allungato.
Ripiegare nuovamente i lembi della pasta verso il centro. Prima quello sotto verso l'alto e poi quello sopra verso il centro. Schiacciare nuovamente con il mattarello. Queste operazioni servono a incorporare perfettamente il burro nell'impasto.
Coprire a questo punto con la pellicola e mettete di nuovo a riposare in frigo per  30/60 minuti.
Trascorso il tempo riprendete la pasta e rifate esattamente lo stesso procedimento di piegatura per 3 volte. Poi riavvolgere la pasta nella pellicola e mettete nuovamente in frigo, per l'ultima volta a riposare ancora mezz'ora o più.
Su questo sito ci sono foto in cui vengono spiegati molto bene i passaggi

La pasta sfoglia a questo punto può essere utilizzata subito, oppure conservata in frigo per 2/3 giorni. Piu' resta in frigo e piu' tenderà a lievitare, dunque chiudetela bene nella pellicola avvolta in un panno pulito.


martedì 7 ottobre 2014

Vegan Baci al cacao e baci trigusto




A cura di Paola Laura Fabbri
200 gr. mandorle
110 gr. di zucchero di canna
150 di burro vegetale
110 gr. di farina
40 gr. di cacao
200 gr di cioccolato fondente 85% sciolto a bagnomaria
Ridurre in farina fine le mandorle. Setacciare la farina con il cacao, lo zucchero e la farina di mandorle. Aggiungere il burro vegetale. Impastare velocemente e far riposare in frigo un paio d’ore. Trascorse le due ore prendere l’impasto e formare delle palline da 6-7 gr. farle riposare in frigorifero per almeno due-tre ore., meglio tutta la notte. Cuocere in forno a 160°C per 20 minuti.
Far raffreddare e unire i baci con cioccolato fondente fuso




Baci tri gusto
Mezza sfera al cacao, mezza alla nocciola unite con cioccolato al caffè
Ingredienti:
Per quelli al cacao
200 gr. mandorle
110 gr. di zucchero di canna
150 di burro vegetale
110 gr. di farina
40 gr. di cacao
200 gr di cioccolato fondente 85% sciolto a bagnomaria
Ridurre in farina fine le mandorle. Setacciare la farina con il cacao, lo zucchero e la farina di mandorle. Aggiungere il burro vegetale. Impastare velocemente e far riposare in frigo un paio d’ore. Trascorse le due ore prendere l’impasto e formare delle palline da 6-7 gr. farle riposare in frigorifero per almeno due-tre ore., meglio tutta la notte. Cuocere in forno a 160°C per 20 minuti.
Per quelli alla nocciola:
200 gr. di nocciole
110 gr. di zucchero di canna
130 di burro vegetale
150 gr. di farina
Per il cioccolato al caffè se non lo trovate in commercio
100 gr. di cioccolato fondente
30 gr. di acqua
4 cucchiaini di caffè solubile oppure orzo o yanooh.
Portare l’acqua ad ebollizione, aggiungere il caffè e scioglierlo bene. Mescolare anche il cioccolato tritato e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo
Procedere come per quelli al cacao. Una volta cotti e raffreddati, unire una mezza sfera al cacao con una alla nocciola con cioccolato al caffè

domenica 5 ottobre 2014

Vegan Cappuccino pancakes



Cappuccino Pancakes
A cura di Paola Laura Fabbri
Ci sono milioni di ricette di pancake vegani sul web, questa è la mia versione
Un po’ di storia prima della ricetta
Dolce nato nell’Antica Grecia,  arrivato nel Nord Europa, e millenni dopo, diventa uno dei simboli della cucina del Nuovo Mondo. Queste soffici frittelle, che nell’immaginario collettivo non possono esistere senza una colata di sciroppo d’acero, vantano una storia millenaria e infinite varianti dal Vietnam all’Islanda, passando per i Paesi Bassi e gli Stati Uniti. Già nella Grecia del 500 a.C., Cratino e Magnete parlavano dei pancake nelle loro opere: a quel tempo si chiamavano teganites o tagenites, dal nome del tegame nel quale venivano cotti. Si trattava di focaccine dolci preparate con farina e olio di oliva, addolcite dal miele, arricchite dal formaggio e servite calde per colazione. Dalle teganites ai pancake il percorso è lungo quanto i secoli che lo percorrono: nella Roma imperiale si consumavano comunemente le Alita Dolcia, fatte con farina, latte, uova e spezie – un cibo, riservato a coloro che potevano permettersi ingredienti tanto importanti. La parola “pancake” compare per la prima volta in un documento in lingua inglese redatto nel XV secolo dal Medioevo in poi, i pancake venivano preparati e mangiati in tutta Europa e nell’odierna Russia in numerose varianti locali:Ma pancake non significa soltanto colazione. A queste frittelle viene  associata la tradizione dello Shrove Tuesday, una gara che si svolge, in quasi tutti i paesi anglosassoni, il Martedì Grasso. In passato, durante la Quaresima c’era il divieto di consumare cibi ricchi, in quanto questo periodo era considerato di digiuno e austerità, anche dal punto di vista alimentare., quindi il giorno prima delle ceneri ossia il Martedì grasso  si strafogavano di pancake, giorno chiamato “Shrove Tuesday” che significa confessare i propri peccati. La tradizione era tanto radicata che, per secoli, alle ragazze irlandesi veniva concesso il pomeriggio libero per cucinare i pancake e, quelle nubili e in età da marito avevano l’onore di ribaltare il primo pancake con il tipico gesto “della frittata”: riuscire a capovolgerlo senza rovinarlo voleva dire una cosa sola: che si sarebbe sposata entro l’anno. In Scozia, invece, si aggiungeva all’impasto un piccolo portafortuna: chi se lo ritrovava in bocca avrebbe trovato presto anche l’anima gemella. Tutti gli altri, invece, avrebbero avuto e continuano ad avere giorno dopo giorno il piacere di gustarsi una colazione a base di pancake. (Tratto da The breakfast Review) Riguardo al modo di mangiarli, negli USA ci sono diverse correnti di pensiero: chi li cosparge di sciroppo d’acero dalla parte “bucherellata” (io, si impregnano meglio J ), chi dalla parte più liscia, chi invece li cosparge di sciroppo e poi li impila creando una piccola torretta (mia madre)Io li adoro semplici affogati nello sciroppo d’acero ma si prestano per essere farciti con qualsiasi cosa, cioccolato, gelato, frutta fresca e secca, creme varie
 Ingredienti:
Con queste dosi vengono circa 10-12 pancake
180 gr. di farina (quella che preferite)
20 gr. di amido di mais

sabato 4 ottobre 2014

Ravioli in tempo di tempeh. Versione vegan dei ravioli in tempo di carne ricetta medievale tratta dal “Libro de arte coquinaria” manoscritto di Mastro Martino da Como, (sec. XV).- Ms. Urbinate Latino 1203- Roma,Biblioteca Apostolica Vaticana



Ravioli in tempo di tempeh. Versione vegan dei ravioli in tempo di carne ricetta medievale tratta dal “Libro de arte coquinaria”  manoscritto di Mastro Martino da Como,  (sec. XV).- Ms. Urbinate Latino 1203- Roma,Biblioteca Apostolica Vaticana
Versione vegan a cura di Paola Laura Fabbri
Ingredienti per il ripieno
100 gr. di lievito alimentare in scaglie ( in sostituzione del parmigiano richiesto in origine)
100 gr. di ricotta vegetale ( un litro di latte di soia 60 gr. di aceto di mele o succo di limone. Quando il latte di soia sta per bollire aggiungere il componente acido scelto. Aspettare che coaguli, filtrare con una garza. Lascia sgocciolare bene)
300 gr. di tempeh (in sostituzione del povero pollo richiesto in origine)
Un mazzetto di prezzemolo
Un mazzetto di menta fresca
½ cucchiaino di pepe
Un pizzico di chiodi di garofano macinati io ne ho messo ¼ di cucchiaino
1/3 di cucchiaino di zenzero in polvere
Un litro e mezzo di brodo vegetale
7-8 stigmi di zafferano
2 cucchiai rasi di spezie dolci. Mix composto da 20 g. di zenzero, 20 g. di cannella, 5 g. di chiodi di garofano. (Tratta da “Libro per cuoco” Anonimo Veneziano del XIV secolo)

Tritare nel mixer il tempeh, aggiungere la ricotta vegetale e un poco alla volta il lievito in scaglie, aggiungere sale, pepe, chiodi di garofanoe lo zenzero. Mescolare il tutto e aggiungere anche il prezzemolo e la menta tritati. Ho messo 3 cucchiai di prezzemolo e due di menta ma le proporzioni possono variare secondo i gusti.
Preparare la pasta con acqua e farina, io ho usato 350 gr. di semola rimacinata di grano duro e 150 di farina. Stendere la pasta e formare i ravioli. Lessarli al dente nel brodo vegetale. Mescolare le spezie dolci con alcuni cucchiai di lievito in scaglie portarli in tavola in una ciotola a parte, che  i commensali se lo gradiscono spolvereranno sul brodo. Impiattare i ravioli e decorare con qualche stigma di zafferano

Ricetta in lingua e versione originale
Per farrne dece menestre: togli meza libra di caso vecchio, et un
pocho d'altro caso grasso et una libra di ventrescha di porcho grassa
overo una tettha di vitella, et cocila allesso tanto che sia ben 
disfatta. Dapoi battila bene et togli di bone herbe ben battute, et pepe, 
garofoli, et zenzevero; et giongendovi il petto d'un cappone 
pesto serebe bono migliori. Et tutte queste cose distemperale inseme.
Dapoi fagli la pasta ben sottile, et liga questa materia ne la pasta
como vole essere. Et questi ravioli non siano maiori d'una meza 
castagna, et ponili accocere in brodo di cappone, o di carne bona, facto 
giallo di zafrano quando bolle. Et lassali bollire per spatio de
doi paternostri. Dapoi fanne menestre, et mettili di sopra caso gratto 
et spetie dolci mescolate inseme. Et simili raffioli si posson fare
di petto di fasani et starne et altre volatile
. 
Libro de arte coquinaria (sec. XV).- Ms. Urbinate Latino 1203- Roma,Biblioteca Apostolica Vaticana

Specie dolce per assay cosse bone e fine

Tratta da “Libro per cuoco” Anonimo Veneziano del XIV secolo

Le meior specie dolce fine che tu fay se vuoi per lampreda in crosta e per altri boni pessi d’aque dolze che se faga in crosto e per fare bono brodetto e bon savore. Toi uno quarto de garofali e una onza de bon zenzevero e toy una onza de cinamo leto e toy arquanto folio e tute queste specie fay pestare insiema caxa come te piaxe, ese ne vo’ fare più,toy le cosse a questa medessima raxone et è meravigliosamente bona.


Vegan Crema spalmabile alla nocciola e cacao


Prima dell'aggiunta del mix di cacao e zucchero a velo



L'origine delle creme spalmabili al cacao e nocciole è legata al cioccolato Gianduia, che contiene pasta di nocciole. Il Gianduia prese piede in Piemonte nel momento in cui le tasse eccessive sull'importazione dei semi di cacao cominciarono a scoraggiare la diffusione del cioccolato convenzionale. Pietro Ferrero possedeva una pasticceria ad Alba, nelle Langhe, area nota per la produzione di nocciole. Nel 1946 vendette il primo lotto, costituito da 300 chili di "Pasta Giandujot". Si trattava di una pasta di cioccolato e nocciole, venduta in blocchi da taglio. Nel 1951 nasceva invece la Supercrema, conserva vegetale venduta in grandi barattoli. (http://it.wikipedia.org/wiki/Nutella)
Ricetta vegan
A cura di Paola Laura Fabbri
Quand’ero vegetariana usavo quella di Rigoni di Asiago, era l’unica che non conteneva altro che nocciole, zucchero e latte in polvere e nessun altro grasso. Quando sono diventata vegana ho scoperto Teo & Bia, è fantastica . Contiene nocciole, zucchero di canna e cacao. In una crema di questo tipo non serve altro, la parte oleosa è fornita dalle nocciole. Purtroppo ora questa meraviglia ha raggiunti prezzi folli, €9.35 per 22 grammi di prodotto, quindi passiamo all'auto produzione.  Ho trovato moltissime ricette sul web con nomi tipo nutella vegan, vegella, vegotella e altre sciocchezze simili, personalmente preferisco chiamarla crema spalmabile al cacao e nocciola. Tutte le ricette che ho provato finora non mi sono piaciute per niente, granulose, e con aggiunta  olii vari. Prova e riprova sono arrivata alla seguente composizione che a me piace (non come la Teo & bia, ma non è male) è bella liscia e cremosa.
Ingredienti:
360  gr. di pasta di nocciole Io la compero già pronta di Agrilanga ma è possibile farla anche in casa con un po’ di pazienza
150 gr. di cacao oppure 100/150 gr. di cioccolato fondente sciolto a bagnomaria
300 gr. di zucchero a velo di canna o preferibilmente succo d'agave
Setacciare il cacao e lo zucchero a velo o il succo d'agave. Aggiungere il 
mix alla pasta di nocciole. Mescolare bene. Conservare 
in un vaso di vetro a chiusura ermetica.
Se dovesse risultare troppo dura aggiungere 50 gr. di latte vegetale, meglio se al cioccolato, portato ad ebollizione. Sconsiglio l'aggiunta di olii vari, soprattutto quello di girasole che le conferisce un saporaccio, inoltre la parte oleosa è fornita dall'olio presente nelle nocciole.  Conservare in frigorifero, non sarebbe necessario ma io per sicurezza conservo in frigo quasi tutto, una volta aperto.
Per la pasta di nocciole:
600 gr. di nocciole tostate.
In un mixer tritare finemente le nocciole, poi con molta pazienza passare il mix, poco 
alla volta nel macinacaffè e frullare fino ad ottenere una pasta molto oleosa.
  

venerdì 3 ottobre 2014

Canestrelli alla nocciola versione vegan




A cura di Paola Laura Fabbri
I canestrelli sono piccoli biscotti tipici del Piemonte e della Liguria, friabili e interamente ricoperti di zucchero a velo, realizzati con pochi ingredienti, farina, burro zucchero
 a velo e uova. La particolarità di questi frollini è il tuorlo sodo nell’impasto che ovviamente nella versione vegan non ci sarà. Vi sono numerose varianti di questo frollino, la versione piemontese aggiunge farina di nocciole nell’impasto. Il termine canestrello definisce anche delle cialde. 
L'etimologia del nome é incerta. Alcuni lo fanno derivare dalla parola canestro, ossia il cesto di paglia o vimini, nel quale i biscotti venivano posti a raffreddare per poi essere offerti in occasione di feste civili o religiose. Altri ritengono che il termine sia da mettere in relazione con la forma dello stampo in cui i dolcetti si cuocevano.
Degli antenati di questi biscotti molto friabili, dalla caratteristica forma di fiore con buco al centro, sembra fossero già preparati dalla corporazione medievale dei produttori di ostie per essere venduti nei mercati o sui sagrati delle chiese.
In quell'epoca i canestrelli avrebbero anche identificato un simbolo di abbondanza, come si desume dai sette canestrelli a sei punte raffigurati nel Genovino d’oro coniato a metà XIII sec. da parte della Repubblica di Genova.
Una traccia documentale del canestrello risale al 1576, quando un mulattiere venne accoltellato e derubato della merce che trasportava sulla via pubblica della Trebbia (GE): "un cavagno di damasche e canestrelli".
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/medioevale/dolci/Canestrelli-simboli-di-abbondanza.html

Ingredienti per circa 30 pezzi:
100 gr. di farina
100 gr di fecola di patate 
50 gr. di amido di mais (per sostituire il tuorlo sodo)
80 gr. di farina di nocciole
70 gr. di zucchero a velo
150 gr, di burro vegetale (burrolì, burro di cacao, margarina, margarina autoprodotta)

Setacciare la farina con la fecola, l’amido di mais . la farina di nocciole e lo zucchero a velo. Aggiungere il burro vegetale e impastare fino ad ottenere un composto omogeneo. Far riposare in frigorifero per almeno tre ore, meglio se tutta la notte. Stendere l’impasto ad un centimetro di altezza. Con l’apposito stampo ritagliare i canestrelli. Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 25 minuti. Devono cuocere ma non colorirsi. Una volta raffreddati cospargere abbondantemente di zucchero a velo misto a farina di nocciole


Vegan Plum cake Piña Colada




A cura di Paola Laura Fabbri
La parola plum cake indica svariati dolci al forno:
Il termine plum cake ,ovvero torta di prugne,secondo alcuni studiosi, si riferisce ad un’antica preparazione tedesca a base di carne di manzo stufata con l’uva passa, prugne, vino e spezie. In epoca vittoriana il plum cake si è trasformato in un dolce e veniva preparato per le festività natalizie e pasquali. Secondo altri, invece,il dolce deriva da una preparazione tedesca più simile ad una crostata ricoperta di prugna. In italiano il termine cambia significato indicando dei dolci lievitati in forno. Sono a base di farina, grassi, zucchero e uova e per consistenza sono simili al pan di Spagna . Una caratteristica è la forma rettangolare: l'impasto versato in uno stampo a cassetta. Sono facili da preparare in casa e a seconda della ricetta prevedono i più svariati ingredienti: lo yogurt, il limone, l'uva passa,il cioccolato
Ingredienti per uno stampo da 13 x 23 cm. circa
100 gr. di farina quella che preferite
100 gr. di cocco grattugiato (cocco rapè)
50 gr. di fecola di patate
150 gr. di zucchero, quello che preferite
Mezza bustina di lievito
180 gr. latte di cocco
70 gr. di olio, ho usato mais
5 gr. (un cucchiaino) di aceto di mele. Aiuta la lievitazione
150 gr. di ananas a pezzi
Per la glassa