martedì 26 agosto 2014

Vegan Pancake Integrali all’acqua (sanissimi e salutisti :-D )







A cura di Paola Laura Fabbri
Ci sono milioni di ricette di pancake vegani sul web, questa è la mia versione. Ho voluto fare un esperimento, usare l’acqua invece del latte vegetale. Esperimento riuscito, risultato pancakes molto soffici, leggeri e totalmente privi di grassi.
Un po’ di storia prima della ricetta
Dolce nato nell’Antica Grecia, arrivato nel Nord Europa, e millenni dopo, diventa uno dei simboli della cucina del Nuovo Mondo. Queste soffici frittelle, che nell’immaginario collettivo non possono esistere senza una colata di sciroppo d’acero, vantano una storia millenaria e infinite varianti dal Vietnam all’Islanda, passando per i Paesi Bassi e gli Stati Uniti.
Già nella Grecia del 500 a.C., Cratino e Magnete parlavano dei pancake nelle loro opere: a quel tempo si chiamavano teganites o tagenites, dal nome del tegame nel quale venivano cotti. Si trattava di focaccine dolci preparate con farina e olio di oliva, addolcite dal miele, arricchite dal formaggio e servite calde per colazione.
Dalle teganites ai pancake il percorso è lungo quanto i secoli che lo percorrono: nella Roma imperiale si consumavano comunemente le Alita Dolcia, fatte con farina, latte, uova e spezie – un cibo, riservato a coloro che potevano permettersi ingredienti tanto importanti. La parola “pancake” compare per la prima volta in un documento in lingua inglese redatto nel XV secolo dal Medioevo in poi, i pancake venivano preparati e mangiati in tutta Europa e nell’odierna Russia in numerose varianti locali:Ma pancake non significa soltanto colazione. A queste frittelle viene associata la tradizione dello Shrove Tuesday, una gara che si svolge, in quasi tutti i paesi anglosassoni, il Martedì Grasso. In passato, durante la Quaresima c’era il divieto di consumare cibi ricchi, in quanto questo periodo era considerato di digiuno e austerità, anche dal punto di vista alimentare., quindi il giorno prima delle ceneri ossia il Martedì grasso si strafogavano di pancake, giorno chiamato “Shrove Tuesday” che significa confessare i propri peccati. La tradizione era tanto radicata che, per secoli, alle ragazze irlandesi veniva concesso il pomeriggio libero per cucinare i pancake e, quelle nubili e in età da marito avevano l’onore di ribaltare il primo pancake con il tipico gesto “della frittata”: riuscire a capovolgerlo senza rovinarlo voleva dire una cosa sola: che si sarebbe sposata entro l’anno. In Scozia, invece, si aggiungeva all’impasto un piccolo portafortuna: chi se lo ritrovava in bocca avrebbe trovato presto anche l’anima gemella. Tutti gli altri, invece, avrebbero avuto e continuano ad avere giorno dopo giorno il piacere di gustarsi una colazione a base di pancake. (Tratto da The breakfast Review)
Riguardo al modo di mangiarli, negli USA ci sono diverse correnti di pensiero: chi li cosparge di sciroppo d’acero dalla parte “bucherellata” (io, si impregnano meglio ), chi dalla parte più liscia, chi invece li cosparge di sciroppo e poi li impila creando una piccola torretta (mia madre)
Io li adoro semplici affogati nello sciroppo d’acero ma si prestano per essere farciti con qualsiasi cosa, cioccolato, gelato, frutta fresca e secca, creme varie
Ingredienti:
Con queste dosi vengono circa 10-12 pancake
200 gr. di farina integrale
30 gr. di succo d’agave o malto

domenica 24 agosto 2014

Vegan Pancake all’acqua








A cura di Paola Laura Fabbri
Ci sono milioni di ricette di pancake vegani sul web, questa è la mia versione. Ho voluto fare un esperimento, usare l’acqua invece del latte vegetale. Esperimento riuscito, risultato pancakes molto soffici, leggeri e totalmente privi di grassi.
Un po’ di storia prima della ricetta
Dolce nato nell’Antica Grecia, arrivato nel Nord Europa, e millenni dopo, diventa uno dei simboli della cucina del Nuovo Mondo. Queste soffici frittelle, che nell’immaginario collettivo non possono esistere senza una colata di sciroppo d’acero, vantano una storia millenaria e infinite varianti dal Vietnam all’Islanda, passando per i Paesi Bassi e gli Stati Uniti.
Già nella Grecia del 500 a.C., Cratino e Magnete parlavano dei pancake nelle loro opere: a quel tempo si chiamavano teganites o tagenites, dal nome del tegame nel quale venivano cotti. Si trattava di focaccine dolci preparate con farina e olio di oliva, addolcite dal miele, arricchite dal formaggio e servite calde per colazione.
Dalle teganites ai pancake il percorso è lungo quanto i secoli che lo percorrono: nella Roma imperiale si consumavano comunemente le Alita Dolcia, fatte con farina, latte, uova e spezie – un cibo, riservato a coloro che potevano permettersi ingredienti tanto importanti. La parola “pancake” compare per la prima volta in un documento in lingua inglese redatto nel XV secolo dal Medioevo in poi, i pancake venivano preparati e mangiati in tutta Europa e nell’odierna Russia in numerose varianti locali:Ma pancake non significa soltanto colazione. A queste frittelle viene associata la tradizione dello Shrove Tuesday, una gara che si svolge, in quasi tutti i paesi anglosassoni, il Martedì Grasso. In passato, durante la Quaresima c’era il divieto di consumare cibi ricchi, in quanto questo periodo era considerato di digiuno e austerità, anche dal punto di vista alimentare., quindi il giorno prima delle ceneri ossia il Martedì grasso si strafogavano di pancake, giorno chiamato “Shrove Tuesday” che significa confessare i propri peccati. La tradizione era tanto radicata che, per secoli, alle ragazze irlandesi veniva concesso il pomeriggio libero per cucinare i pancake e, quelle nubili e in età da marito avevano l’onore di ribaltare il primo pancake con il tipico gesto “della frittata”: riuscire a capovolgerlo senza rovinarlo voleva dire una cosa sola: che si sarebbe sposata entro l’anno. In Scozia, invece, si aggiungeva all’impasto un piccolo portafortuna: chi se lo ritrovava in bocca avrebbe trovato presto anche l’anima gemella. Tutti gli altri, invece, avrebbero avuto e continuano ad avere giorno dopo giorno il piacere di gustarsi una colazione a base di pancake. (Tratto da The breakfast Review)
Riguardo al modo di mangiarli, negli USA ci sono diverse correnti di pensiero: chi li cosparge di sciroppo d’acero dalla parte “bucherellata” (io, si impregnano meglio ), chi dalla parte più liscia, chi invece li cosparge di sciroppo e poi li impila creando una piccola torretta (mia madre)
Io li adoro semplici affogati nello sciroppo d’acero ma si prestano per essere farciti con qualsiasi cosa, cioccolato, gelato, frutta fresca e secca, creme varie
Ingredienti:
Con queste dosi vengono circa 10-12 pancake
200 gr. di farina (quella che preferite)

30 gr. di zucchero (quello che preferite)
10 gr. di lievito per dolci

Vegan Pancake al cioccolato









A cura di Paola Laura Fabbri
Ci sono milioni di ricette di pancake vegani sul web, questa è la mia versione
Un po’ di storia prima della ricetta
Dolce nato nell’Antica Grecia, arrivato nel Nord Europa, e millenni dopo, diventa uno dei simboli della cucina del Nuovo Mondo. Queste soffici frittelle, che nell’immaginario collettivo non possono esistere senza una colata di sciroppo d’acero, vantano una storia millenaria e infinite varianti dal Vietnam all’Islanda, passando per i Paesi Bassi e gli Stati Uniti.
Già nella Grecia del 500 a.C., Cratino e Magnete parlavano dei pancake nelle loro opere: a quel tempo si chiamavano teganites o tagenites, dal nome del tegame nel quale venivano cotti. Si trattava di focaccine dolci preparate con farina e olio di oliva, addolcite dal miele, arricchite dal formaggio e servite calde per colazione.
Dalle teganites ai pancake il percorso è lungo quanto i secoli che lo percorrono: nella Roma imperiale si consumavano comunemente le Alita Dolcia, fatte con farina, latte, uova e spezie – un cibo, riservato a coloro che potevano permettersi ingredienti tanto importanti. La parola “pancake” compare per la prima volta in un documento in lingua inglese redatto nel XV secolo dal Medioevo in poi, i pancake venivano preparati e mangiati in tutta Europa e nell’odierna Russia in numerose varianti locali:Ma pancake non significa soltanto colazione. A queste frittelle viene associata la tradizione dello Shrove Tuesday, una gara che si svolge, in quasi tutti i paesi anglosassoni, il Martedì Grasso. In passato, durante la Quaresima c’era il divieto di consumare cibi ricchi, in quanto questo periodo era considerato di digiuno e austerità, anche dal punto di vista alimentare., quindi il giorno prima delle ceneri ossia il Martedì grasso si strafogavano di pancake, giorno chiamato “Shrove Tuesday” che significa confessare i propri peccati. La tradizione era tanto radicata che, per secoli, alle ragazze irlandesi veniva concesso il pomeriggio libero per cucinare i pancake e, quelle nubili e in età da marito avevano l’onore di ribaltare il primo pancake con il tipico gesto “della frittata”: riuscire a capovolgerlo senza rovinarlo voleva dire una cosa sola: che si sarebbe sposata entro l’anno. In Scozia, invece, si aggiungeva all’impasto un piccolo portafortuna: chi se lo ritrovava in bocca avrebbe trovato presto anche l’anima gemella. Tutti gli altri, invece, avrebbero avuto e continuano ad avere giorno dopo giorno il piacere di gustarsi una colazione a base di pancake. (Tratto da The breakfast Review)
Riguardo al modo di mangiarli, negli USA ci sono diverse correnti di pensiero: chi li cosparge di sciroppo d’acero dalla parte “bucherellata” (io, si impregnano meglio ), chi dalla parte più liscia, chi invece li cosparge di sciroppo e poi li impila creando una piccola torretta (mia madre)
Io li adoro semplici affogati nello sciroppo d’acero ma si prestano per essere farciti con qualsiasi cosa, cioccolato, gelato, frutta fresca e secca, creme varie
Ingredienti:
Con queste dosi vengono circa 10-12 pancake
170 gr. di farina (quella che preferite)

venerdì 22 agosto 2014

Vegan Plum cake al cioccolato







A cura di Paola Laura Fabbri
Il termine plum cake ,ovvero torta di prugne,secondo alcuni studiosi, si riferisce ad un’antica preparazione tedesca a base di carne di manzo stufata con l’uva passa, prugne, vino e spezie. In epoca vittoriana il plum cake si è trasformato in un dolce e veniva preparato per le festività natalizie e pasquali. Secondo altri, invece,il dolce deriva da una preparazione tedesca più simile ad una crostata ricoperta di prugna. In italiano il termine cambia significato indicando dei dolci lievitati in forno. Sono a base di farina, grassi, zucchero e uova e per consistenza sono simili al pan di Spagna . Una caratteristica è la forma rettangolare: l'impasto versato in uno stampo a cassetta. Sono facili da preparare in casa e a seconda della ricetta prevedono i più svariati ingredienti: lo yogurt, il limone, l'uva passa,il cioccolato
Versione vegan Ingredienti per uno stampo da 13 x 23 cm. circa
150 gr. di farina quella che preferite
50 gr. di fecola di patate
50 gr. di cacao
100 gr. di cioccolato extrafondente tritato grossolanamente
150 gr. di zucchero, quello che preferite
Mezza bustina di lievito
180 gr. di bevanda vegetale al cioccolato
100 gr. di olio, ho usato mais
5 gr. (un cucchiaino) di aceto di mele. Aiuta la lievitazione
Per la finitura (facoltativa)
Un cucchiaino di zucchero
Un cucchiaino di zucchero a velo
Un cucchiaino di cacao
Un cucchiaio di nocciole tritate grossolanamente
Setacciare la farina con la fecola lo zucchero, il lievito e il cioccolato tritato. Miscelare la bevanda vegetale con l’olio e l’aceto di mele. Aggiungere la miscela liquida agli ingredienti secchi, mescolando con una frusta fino ad ottenere un composto liscio ben amalgamato e senza grumi. Versare il composto in uno stampo per plum cake imburrato o rivestito di carta da forno.  Setacciare lo zucchero con lo zucchero a velo e il cacao, spargerlo sull’impasto e ricoprire con le nocciole. Questo procedimento, cuocendo crea una crosta in superficie come quella dei savoiardi. Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 45 minuti


Vegan Plum cake


Versione base con aggiunta di canditi

Versione base con aggiunta di canditi

Versione base con aggiunta di canditi

Versione allo yogurt con aggiunta di semi di papavero

Versione allo yogurt con aggiunta di semi di papavero

Versione allo yogurt con aggiunta di semi di papavero

A cura di Paola Laura Fabbri
Il termine plum cake, ovvero torta di prugne, secondo alcuni studiosi, si riferisce ad un’antica preparazione tedesca a base di carne di manzo stufata con l’uva passa, prugne, vino e spezie. In epoca vittoriana il plum cake si è trasformato in un dolce e veniva preparato per le festività natalizie e pasquali. Secondo altri, invece,il dolce deriva da una preparazione tedesca più simile ad una crostata ricoperta di prugna. In italiano il termine cambia significato indicando dei dolci lievitati in forno. Sono a base di farina, grassi, zucchero e uova e per consistenza sono simili al pan di Spagna . Una caratteristica è la forma rettangolare: l'impasto versato in uno stampo a cassetta. Sono facili da preparare in casa e a seconda della ricetta prevedono i più svariati ingredienti: lo yogurt, il limone, l'uva passa,il cioccolato
Versione vegan ricetta base
Ingredienti per uno stampo da 13 x 23 cm. circa
200 gr. di farina quella che preferite
50 gr. di fecola di patate
150 gr. di zucchero, quello che preferite
Mezza bustina di lievito
180 gr. di bevanda vegetale io per questa ricetta base ho usato soia alla vaniglia
100 gr. di olio, ho usato mais
5 gr. (un cucchiaino) di aceto di mele. Aiuta la lievitazione
Per la finitura (facoltativa)
Un cucchiaino di zucchero
Un cucchiaino di zucchero a velo
A questa ricetta possono essere aggiunti vari ingredienti, gocce di cioccolato, vaniglia e spezie varie, canditi, uvetta ecc…
Per la versione allo yogurt sostituire la bevanda vegetale con 200 gr. di yogurt di soia al naturale

Setacciare la farina con la fecola lo zucchero e il lievito. Miscelare la bevanda vegetale con l’olio e l’aceto di mele. Aggiungere la miscela liquida agli ingredienti secchi, mescolando con una frusta fino ad ottenere un composto liscio ben amalgamato e senza grumi. Versare il composto in uno stampo per plum cake imburrato o rivestito di carta da forno.  Setacciare lo zucchero con lo zucchero a velo e spargerlo sull’impasto. Questo procedimento, cuocendo crea una crosta in superficie come quella dei savoiardi. Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 45 minuti

giovedì 21 agosto 2014

Vegan Quattro quarti bretone (quatre-quart)





A cura di Paola Laura Fabbri
La Torta Quattro Quarti  è una torta di origine bretone
Si chiama quattro quarti perché gli ingredienti sono quattro: uova, zucchero, burro, farina e in quarti sono considerate le dosi. Nella ricetta tradizionale si pesano le uova e tutto il resto di conseguenza. Ipotizziamo 240 gr. di uova, avremo 240 gr. anche di zucchero, farina e burro. Nella versione vegan, non essendo legati al peso delle uova possiamo decidere il quantitativo degli ingredienti. Il risultato è un dolce che si sbriciola un po’ ma è molto soffice, profumato e “burroso”. Adatto per la colazione o per la pausa merenda. Sostituendo la vaniglia e lo zest di limone con un cucchiaio di lavanda ad uso alimentare si ottiene un dolce delizioso e dal sapore delicato
Ingredienti per uno stampo da plumcake da cm. 12 X 23
220 gr. di farina
220 gr. di zucchero
220 gr. di bevanda vegetale, io ho usato soia
170 gr. di burro vegetale (margarina, margarina autoprodotta, burro di cacao, burrolì) ho ridotto  il quantitativo di burro perché il primo esperimento con 220 gr. di burro è stato drammatico
Mezza bustina di lievito per dolci
I semi di mezza stecca di vaniglia
Zest di un limone
Setacciare la farina con il lievito, aggiungere lo zest di limone e la vaniglia. Montare il burro vegetale con lo zucchero. Aggiungere il mix di ingredienti secchi al composto di burro e zucchero alternandolo alla bevanda vegetale. Lavorare con una frusta fino ad ottenere un composto omogeneo e privo di grumi. Imburrare o rivestire di carta da forno uno stampo per plumcake. Versarvi l’impasto e cuocere in forno preriscaldato a 170°C per 45 minuti. 

martedì 19 agosto 2014

Pensando vegan a Giffoni






Torta per colazione bigusto : cioccolato e nocciola di Giffoni IGP
Ingredienti per uno stampo da 22/24 cm di diametro
Per il primo impasto al cioccolato
125 gr. di farina
125 di fecola di patate
150 gr. di zucchero
40 gr. di cacao
Mezza bustina di lievito
230 gr. di bevanda vegetale al cioccolato
60 gr. di olio di mais
5 gr. di aceto di mele
Setacciare gli ingredienti secchi. Miscelare il latte con l’olio e l’aceto di mele. Aggiungere la miscela al mix di ingredienti secchi e con una frusta lavorare fino ad ottenere un composto liscio e senza grumi.
Per il secondo impasto alla nocciola
125 di fecola di patate

Vegan Risveglio siciliano







Torta da colazione bigusto mandorla e pistacchio. Ripensavo a quanta granita alla mandorla e pistacchio ho mangiato tre anni fa a Messina J e ho creato questa torta
A cura di Paola Laura Fabbri
Ingredienti per uno stampo da 22/24 cm di diametro
Per .il primo impasto alla mandorla
125 gr. di farina
125 di fecola di patate
150 gr. di zucchero
100 gr. di farina di mandorle ridotte in farina finissima (io uso quelle di Avola quando riesco a trovarle)
Mezza bustina di lievito
230 gr. di bevanda vegetale preferibilmente latte di mandorla
60 gr. di olio di mais
5 gr. di aceto di mele
Setacciare gli ingredienti secchi. Miscelare il latte con l’olio e l’aceto di mele. Aggiungere la miscela al mix di ingredienti secchi e con una frusta lavorare fino ad ottenere un composto liscio e senza grumi.
Per il secondo impasto al pistacchio
125 gr. di farina
125 di fecola di patate
150 gr. di zucchero
80 gr. di pistacchi ridotti in farina finissima (io uso pistacchi di Bronte)
Mezza bustina di lievito
230 gr. di bevanda vegetale
60 gr. di olio di mais
5 gr. di aceto di mele
4 quadratini di cioccolato extrafondente di Modica o altro cioccolato extrafondente
Procedere come per il primo impasto
Versare il primo impasto alla mandorla nello stampo imburrato o rivestito di carta da forno, al cento versare il secondo impasto al pistacchio, al centro inserire quattro quadratini di cioccolato. Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 45minuti


giovedì 14 agosto 2014

Vegan Mousse di yogurt al limone




A cura di Paola Laura Fabbri
Ingredienti  per uno stampo da 22 cm di diametro
1 chilo di yogurt di soia al limone
500 gr. di panna da montare vegetale ( io uso la Leha o la professional crem)
50 gr. di zucchero
Tre cucchiaini di agar agar
150 gr. di acqua
Zest di un limone
Per la base
400 gr. di biscotti vegan, tipo digestiv
200 gr. di burro vegetale ( margarine, margarina autoprodotta, burro di cacao, burrolì) oppure  150 gr di olio.
Per la copertura al cioccolato
200 gr. di cioccolato extrafondente al 75%
100 gr. di bevanda vegetale al cioccolato
Preparare la base:

Torta di ceci - Maestro Martino: Libro de arte coquinaria (sec. XV).- Ms. Urbinate Latino 1203- Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana





Pubblicata sulla pagina di mia sorella La gatta che cucina
29 marzo 2011
In diretta dal XV secolo  
Ricetta versione vegan. Quella originale prevedeva un uovo nel ripieno · 
Per la crosta:
250 g. di farina
 125 di burro vegetale (margarina, margarina autoprodotta, burro di cacao o burrolì)
1 pizzico di sale
 acqua q.b.
Per il ripieno:
500 gr di ceci già lessati
 120 g. di zucchero, quello che preferite
 60 g. di uva passa
 45 g. di mandorle, 4 fichi secchi,
3 cucchiaini di cannella in polvere
 2 cucchiaini di zenzero in polvere (io uso quello fresco perché quello in polvere non mi piace)
100 ml di acqua di rose.

Setacciare la farina sulla spianatoia, fare la fontana, mettervi il burro freddo a dadini e il sale, impastare con un po’ d’acqua fino ad avere la consistenza della pasta frolla. Formare una palla e avvolgerla in pellicola per alimenti e fare riposare in frigorifero per 45 minuti.

  1. Stendere la pasta a circa 5mm. fi spessore,  foderare una tortiera per crostate precedentemente rivestita di carta da forno oppure imburrata e infarinata. Cuocere fino a doratura.

Passare i ceci col passaverdura aggiungendo l’acqua di rose (tenere da parte un po’ di acqua di rose),

mercoledì 13 agosto 2014

Irish vegan crepes





A cura di Paola Laura Fabbri
Adoravo l’Irish coffe quindi ho pensato di realizzare delle crepes
Ingredienti:
170 gr. di farina debole ossia 00
50 gr. di caffè solubile oppure orzo
500 gr. di bevanda vegetale 
30 gr. di zucchero
Un pizzico di sale
In una ciotola setacciare la farina e il sale, aggiungere il latte e sbattere con una frusta fino ad ottenere composto liscio e privo di grumi, nell’eventualità che risultasse qualche grumo, con il provvidenziale intervento di un frullatore ad immersione si risolve il problema. Coprire e far riposare almeno un’ora. Scaldare quindi una padella antiaderente ungendola leggermente con olio. Versare un mestolo di composto nella padella,stende dolo con l’apposito attrezzo oppure roteando la padella, cuocere per circa 30 – 40 secondi, sollevando leggermente i bordi. Con una paletta di legno o antiaderente girare la crepe
Per la farcitura

martedì 12 agosto 2014

Vegan triade





Torta da colazione a tre gusti caffè, vaniglia e un cuore tenero al doppio cioccolato
A cura di Paola Laura Fabbri
Per uno stampo da 24 cm. di diametro
Ingredienti per il primo impasto al caffè
80 gr. di farina
80 gr. di fecola di patate
30 gr. di caffè o orzo solubile
10 gr. di lievito per dolci
100 gr. di zucchero
180 gr. di bevanda vegetale più due cucchiai di caffè o orzo solubile. (io ho usato quella d’orzo di isola bio)
50 gr. di olio di mais
5 gr. di aceto di mele.
Portare ad ebollizione la bevanda vegetale e sciogliere i due cucchiai di caffè solubile. Far raffreddare
Setacciare gli ingredienti secchi. Miscelare il latte con caffè freddo con l’olio e l’aceto di mele. Aggiungere la miscela al mix di ingredienti secchi e con una frusta lavorare fino ad ottenere un composto liscio e senza grumi.
Per il secondo impasto alla vaniglia
125 gr. di farina
125 di fecola di patate
150 gr. di zucchero
Mezza bustina di lievito
230 gr. di bevanda vegetale alla vaniglia oppure bevanda vegetale più i semi di una stecca di vaniglia
60 gr. di olio di mais
5 gr. di aceto di mele.
Procedere come per il primo impasto
Per il terzo impasto cuore al cioccolato: