Ricetta versione vegan a cura di
Paola Laura Fabbri
Premesso che è un dolce che ho
sempre detestato. Mi è stato richiesto di veganizzarlo, cosa molto semplice a
parte trovare l’alchermes senza cocciniglia, quindi mi sono prodotta l’alchermes.
Un po’ di storia prima della
ricetta
La zuppa inglese è un
dolce al cucchiaio, antico di secoli, che appare nella cucina della zona di Bologna, Parma, Modena, Forlì, Ferrara, Ravenna e Reggio Emilia nell'Ottocento, a base di pan di Spagna,
imbevuto in liquori l'alchermes e il rosolio, crema pasticcera. Essendo
estremamente dubbie le origini e l’etimologia del nome, in mancanza di
documenti prevalgono diverse tesi sull'origine della preparazione. Alcune delle
leggende sul nome dichiarano che essa in realtà sia stata inventata in terra
francese durante la guerra dei cent’anni e proprio per schernire il rivale
inglese fu nominata "Zuppa Inglese"; queste fonti non trovano
riscontro provato ma alcuni accenni su questa leggenda sono presenti in scritti
dell'epoca. Le origini del dolce italiano si
collocano più probabilmente nel 1500 presso la corte dei duchi d’Este, come rielaborazione di un dolce inglese del periodo elisabettiano, il trifle. Composto di una base di pasta morbida lievitata, intrisa di
vino dolce (infusi, poi madeira o porto
o Sherry di Cadice)
arricchita di pezzetti di frutta, o frutti di bosco, e coperta da crema
pasticcera e panna; sembra fosse
un modo di recuperare gli avanzi dei ricchi pasti dell'epoca. Anglosassone. I contatti commerciali e diplomatici con
la casa reale inglese erano frequenti, ed è probabile che sia stato proprio un
diplomatico di ritorno da Londra a richiedere ai cuochi di corte di
riassaggiare il trifle Fra i vari tentativi la ricetta venne rielaborata dapprima sostituendo la pasta
lievitata all'inglese con una ciambella di uso comune nella zone: la bracciatella o brazzadela che veniva cotta in forma
di ciambella e consumata con accompagnamento di vino dolce, così come era in
uso frequente anche per altri dolci. Seguendo la tesi rinascimentale, si può supporre che la creazione sia
divenuta comune e che, nell'intento di portarla al rango di dolce gentilizio e
non popolare come il suo cugino inglese, si sia provveduto ad ingentilirlo
ulteriormente sostituendo la bracciatella con
il pan di spagna e la panna
con la crema pasticcera. Con il passare del tempo questo trifle
modificato prese poi il nome di "zuppa inglese". La presenza dei due liquori, alchermes e rosolio supporta la tesi rinascimentale, dato che sono entrambi
di origine medioevale. Gli infusi di fiori
erano già in uso nel basso Medioevo; l'Alchermes,
invece, è probabilmente successivo alla riapertura delle vie commerciali con
gli arabi, da cui si importava l'ingrediente che lo rende rosso, la
cocciniglia. Il nome, deriva da al quermez che, appunto, significa cocciniglia. Durante il
Rinascimento i due liquori furono molto usati, e mantennero la loro importanza
sino all'Ottocento La preparazione, come la conosciamo compare nel modenese
verso la prima metà dell'Ottocento. Leo Codacci, in "Civiltà della tavola
contadina", afferma che la zuppa inglese sarebbe stata
"inventata" da una donna di servizio di una famiglia inglese
residente sulle colline di Fiesole. Quella contadina toscana, avvezza da
generazioni a non gettare niente di quanto restava sulla tavola, non riusciva a
buttare via il pasto consumato, a base di biscotti soprattutto, come se fosse
una piccola merenda. Volendo fare economia anche in casa di chi non ne aveva
bisogno, la domestica pensò di utilizzare quella grazia di Dio e di mescolare dei biscotti avanzati con della crema pasticcera e del budino al cioccolato,
ma i biscotti del giorno prima erano diventati secchi, per ammorbidirli li
inzuppò con il vino dolce. L'unico elemento che risulterebbe a favore di questa
tesi è la presenza del cacao che divenne di uso comune durante il XVII secolo. Il nome compare già alla fine
dell'Ottocento nella "bibbia" della cucina italiana scritta dal
Pellegrino Artusi "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene".
RICETTA (finalmente :-D
)
Per il pan di Spagna
(sostituibile con fette biscottate, risulta più leggera)
Ingredienti per uno stampo da 20 cm. di diametro
125 gr. di farina
125 gr. di fecola di patate
150 gr. di zucchero di canna
125 gr. di farina
125 gr. di fecola di patate
150 gr. di zucchero di canna
60 gr. di olio di semi
230 gr. di latte vegetale alla vaniglia
mezza bustina di lievito in polvere
una stecca di vaniglia se si decide di usare latte vegetale neutro
mescolare gli ingredienti secchi e setacciarli, in una
ciotola miscelare il latte e l'olio, aggiungere il composto al mix di farine e
zucchero e mescolare con una frusta fino ad ottenere un composto liscio, senza
grumi.
Ungere ed infarinare uno stampo da 18 cm di diametro, versare l'impasto e cuocere in forno preriscaldato a 160 gradi per 45 minuti circa (dipende dal forno) controllare la cottura con uno stecchino, deve risultare asciutto.
Ungere ed infarinare uno stampo da 18 cm di diametro, versare l'impasto e cuocere in forno preriscaldato a 160 gradi per 45 minuti circa (dipende dal forno) controllare la cottura con uno stecchino, deve risultare asciutto.
Per le creme pasticcera e al cioccolato
Ingredienti:
700 gr. di latte di soia alla vaniglia o qualunque latte vegetale,
25 gr. di farina 00,
25 gr. di amido di mais,
70 gr. di zucchero di canna oppure succo d'agave o malto
Diluire in una ciotola gli ingredienti secchi con 100 grammi di latte, portare ad ebollizione il latte rimanente e versarlo sul composto di farina , amido e zucchero, cuocere a fuoco basso per circa 3-4 minuti mescolando continuamente con una frusta.
Molti usano zafferano o curcuma per dare colore, personalmente trovo che alterino il sapore pertanto li evito.
Versione al cioccolato
Ingredienti:
700 gr. di latte di soia al cioccolato o qualunque latte vegetale,
25 gr. di farina 00,
25 gr. di amido di mai
20 gr. di cacao
100 gr. di cioccolato fondente al 75% o un normale fondente
70 gr. di zucchero di canna oppure succo d'agave o malto
700 gr. di latte di soia alla vaniglia o qualunque latte vegetale,
25 gr. di farina 00,
25 gr. di amido di mais,
70 gr. di zucchero di canna oppure succo d'agave o malto
Diluire in una ciotola gli ingredienti secchi con 100 grammi di latte, portare ad ebollizione il latte rimanente e versarlo sul composto di farina , amido e zucchero, cuocere a fuoco basso per circa 3-4 minuti mescolando continuamente con una frusta.
Molti usano zafferano o curcuma per dare colore, personalmente trovo che alterino il sapore pertanto li evito.
Versione al cioccolato
Ingredienti:
700 gr. di latte di soia al cioccolato o qualunque latte vegetale,
25 gr. di farina 00,
25 gr. di amido di mai
20 gr. di cacao
100 gr. di cioccolato fondente al 75% o un normale fondente
70 gr. di zucchero di canna oppure succo d'agave o malto
500gr. di alchermes
senza cocciniglia ( sotto la ricetta per farselo da se)
Tagliare il Pan di Spagna a fettine di 2cm di altezza,
inzupparli nell’alchermes. In una ciotola di vetro, gli strati colorati di zuppa inglese si devono vedere, formare il primo strato di Pan di Spagna.
Distribuire la crema pasticcera sullo strato di pan di Spagna. Formare un altro strato di torta inzuppata e
ricoprire con uno strato di crema al cioccolato. Terminare con un ulteriore
strato di pan di spagna e crema pasticcera. decorare a piacere
Ricetta per alchermes
L'uso di
questo liquore ci è pervenuto dalla Spagna ed è probabilmente di origine araba.
A Firenze era molto diffuso al tempo dei Medici che ne erano grandi estimatori
apprezzandolo sia come liquore da bere sia nella preparazione di molti dolci.
Veniva fatto nell'Officina dei frati di Santa Maria Novella ed era definito
"Elisir di lunga vita". Anche questo liquore entrò in uso in Francia
dall'Italia, portato dai cuochi che seguirono Caterina de' Medici, tanto che
divenne noto con il nome di "liquore de' Medici".
In Sicilia
questo liquore anticamente chiamato "Archemisi" veniva utilizzato per
i bamibini contro i "vermi da spavento". Se un bambino veniva
sopraffatto dalla paura i nonni gli davano un cucchiaio o due per allontanare
la paura.
Tratto da: http://www.alimentipedia.it/alchermes.html
Copyright ©
Tratto da: http://www.alimentipedia.it/alchermes.html
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Ingredienti
mezzo litro
di alcool a 90°
500 kg di
zucchero
mezza
stecca di vaniglia
15 gr di
cannella
10 gr di
coriandolo
2 chiodi di
garofano
5 gr di
fiori di anice (o essenza)
10 gr di
cardamomo
100 gr di
acqua di rose colorante naturale rosso o rosa io uso questi http://decorfooditaly.it/prodotti/tecnologie-naturali/coloranti-alimentari-naturali-in-polvere-nature-colors/rosso-bietola
La ricetta originale prevede cocciniglia L (La cocciniglia è un insetto che viene essiccato per colorare e
che in spagnolo si chiama alquermes, dall'arabo Quirmiz che significa appunto
scarlatto. Oggi la cocciniglia è trasformata nel colorante E120. Sconsigliato
ai bambini in genere, soprattutto asmatici e allergici).
Procedimento Tritare la vaniglia (tagliandola
a metà per estrarre i semi), la cannella, il coriandolo, i chiodi di garofano,
i fiori di anice (o essenza), il cardamomo. Versare il preparato in un
bottiglione con l'alcool, e un bicchiere di acqua Chiudere ermeticamente e
agitare almeno due volte al giorno per 2 settimane. Sciogliere a freddo
nell'acqua lo zucchero e unirlo al preparato Mescolare bene e far riposare
altri 2 giorni. Filtrare bene e unire l'acqua di rose per aromatizzare e
qualche goccia di colorante alimentare o cocciniglia, travasare in bottiglie
sterilizzate.
Tratto da: http://www.alimentipedia.it/alchermes.html
Copyright © Alimentipedia.it
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