A cura di Paola Laura Fabbri
In passato con questo nome
veniva indicato un dolce realizzato con farina di miglio. oggi realizzato con
semolino. Sul nostro territorio sono presenti dolci che portano questo nome in
molte regioni. Il migliaccio napoletano vanta origini molto antiche, si presume
fin dal XI secolo. Il termine deriva dal latino miliaccium, un pane di miglio.
Nel XVIII secolo con questo termine si definiva una torta contadina tipica
della Campania e della Toscana, realizzata con sangue di maiale e miglio.
Versione vegan
Ingredienti:
200 grammi di miglio
decorticato oppure di semolino
1 litro di bevanda vegetale
(io ho usato soia alla vaniglia)
100 gr. di fecola di patate
sciolta in 30 grammi di acqua
400 gr. di ricotta vegetale
150 gr. di zucchero, quello
che preferite
zeste (scorza grattugiata di
un limone e un’arancia
mezzo bicchierino per
liquore di limoncello (facoltativo), io ho usato liquore Strega
i semi contenuti in una
stecca di vaniglia, solo se si usa latte vegetale neutro.
In una pentola versare il
latte vegetale, lo zucchero, il miglio e i semi di vaniglia, portate a
ebollizione e cuocere a fiamma bassa per 45 minuti circa, mescolando spesso per
evitare che si attacchi. Se si usa il semolino, cuocere per 15 minuti.
Far raffreddare il composto.
Una volta raffreddato aggiungere le scorze di limone e arancia, la ricotta, la
miscela di fecola e acqua, il liquore. Mescolare fino ad ottenere un composto
ben amalgamato. Versare in uno stampo da 20 cm. di diametro precedentemente
imburrato o rivestito con carta da forno. cuocere in forno preriscaldato a
180°C per un’ora circa. Far raffreddare e cospargere di zucchero a velo. Il dolce migliore se fatto "maturare" per 24 ore
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