domenica 7 dicembre 2014

Vegan Cioccolata in tazza ricetta base






A cura di Paola Laura Fabbri
Preferisco chiamarla cioccolata in tazza anche perché cioccolata calda è ovvio. Una precisazione, il termine cioccolata si usa solo per definire la bevanda. La tavoletta di chiama CIOCCOLATO e non cioccolata. Ogni volta che vedo ricette su pagine e blog di dolci vegani in cui si legge tot grammi di cioccolata riferito al cioccolato in tavoletta è come una coltellata al cuore.
Un po’ di storia riguardo questa BEVANDA (non tavoletta) divina.
Probabilmente i primi coltivatori della pianta del cacao furono gli Olmechi. I  Maya una bevanda calda a base di cacao cui però aggiungevano i fagioli delle loro piantagioni e chiamarono questa bevanda xocoatl da "xococ" che significa "cioccolato" e atl ossia acqua. La ricetta dello xocoatl era piuttosto semplice: i fagioli venivano arrostiti con le fave di cacao,  a questo miscuglio semi solido si aggiungeva acqua in quantità sufficiente  per  farlo diventare liquido e un po' di pepe. Per i Maya questa bevanda aveva una particolare importanza, le fave  di cacao erano ritenute molto preziosi.. Dopo la scoperta dell'America (1492) Cristoforo Colombo portò  in Europa i semi della pianta del  cacao, ma non furono molto graditi dalle grandi potenze europee che rispedirono al mittentei semi, preferendo coltivazioni più facili da produrre. Quelli che il navigatore italiano chiamava indiani d'America continuarono a divinizzare le piante di cacao fino al 1517, anno in Hernán Cortés sbarcò sul litorale messicano, vicino l'odierna Veracruz, dove era ubicato l'impero aztecoL'imperatore Montezuma II fece conoscere all'esploratore spagnolo la "chocolatl", una bevanda dolcissima a base di cioccolato condito con vaniglia e le spezie ed in modo che una volta preparato sia ridotto ad una schiuma avente la stessa consistenza del miele. La grande innovazione del "chocolatl" era che una volta introdotta in bocca essa diventava liquida grazie al freddo della saliva. Montezuma II consumava tale bevanda prima di entrare nel suo harem perché era convinto che la sostanza fosse afrodisiaca.  Cortés inviò gratuitamente in Spagna  chili di cacao: la nuova bevanda fu molto gradita alla corte di Carlo V, tanto che divenne lo status symbol delle classi sociali elevate. La cioccolata era fra i regali di nozze che Carlo V inviava quando un membro della sua famiglia sposava un nobile straniero: questi regali contribuirono alla diffusione della bevanda in tutta Europa, diffusione favorita anche dal fatto che il sovrano non volle mai rendere pubblica la ricetta della cioccolata; nacquero in queste modo varie leggende sulla preparazione di questa dolcezza.
La ricetta originale della cioccolata era una miscela di cacao, acqua, vino e vari tipi di spezie. Gli spagnoli cominciarono a riscaldare la miscela ed a dolcificarla con lo zucchero, che importavano dalle colonie dopo avere introdotto la coltivazione della canna da zucchero oltre oceano (la disponibilità di zucchero, cacao e caffè diede un notevole impulso all'arte culinaria, permettendo la nascita della pasticceria europea come arte autonoma).Gli inglesi furono i primi ad avere l'idea di sostituire l'acqua con il latte e di consumarla dopo pranzo. Nel XVIII secolo nacquero a Londra ed in varie zone dell'Inghilterra le chocolate house, che divennero celebri almeno quanto le coffee house: in questi luoghi i clienti potevano consumare liberamente una tazza di cioccolata. La prima "Casa del Cioccolato" nacque  a Londra nel 1657.  A causa del  costo elevato,  la cioccolata fu per più di un secolo una bevanda rivolta esclusivamente all'élite della società. Il termine "cioccolata calda" è un neologismo coniato probabilmente in Italia molto tempo dopo: inizialmente la bevanda era chiamata semplicemente cioccolata. Nel 1828 nacque in Olanda la prima macchinetta che produceva la cioccolata tramite un dischetto di plastica contenente cacao, acqua e latte che veniva filtrato meccanicamente. La fragranza della bevanda uscita dalla macchinetta era però diversa da quella originale, in quanto più acida. Si scoprì poco dopo che i progettisti della macchinetta avevano usato surrogato di cacao, che era meno gustoso rispetto al cacao originale ma che si legava più facilmente al latte e all'acqua calda. L’aggiunta di panna montata alla cioccolata rende la bevanda più accattivante ma anche più calorica. La fantasia dei baristi crea ogni giorno nuove varianti dal miele al caffè, dal caramello alla crema, dai cereali alle noccioline, tutto può essere aggiunto con risultati più o meno soddisfacenti cioccolata. Oggi la cioccolata  è bevuta ed apprezzata in tutto il mondo. Recentemente è nata in Italia la cioccolata "fredda", la cui ricetta è uguale a quella calda ma che si ottiene attraverso un processo di raffreddamento del cacao.
Particolare è la BARBAJADA cioccolata milanese con una storia interessante che riporto di seguito.
E’ una crema di cioccolato e caffè..una bevanda storica della prima metà dell’ottocento.Deve il suo nome all’inventore, Domenico Barbaja nato a Milano nel 1778.Iniziò la carriera come cameriere in un caffè milanese e grazie alle sue attitudini diresse il teatro alla Scala, il San Carlo e il Teatro alla Cannobiana (ora Teatro Lirico). Portò al successo importanti compositori, fu agente teatrale di  Gioacchino Rossini, Gaetano Donizzetti e Vincenzo Bellini.
Proprietario dell’omonimo caffè sotto lo scomparso Coperto del Figini, fondò il Caffè dei Virtuosi che sorgeva a fianco del Teatro alla Scala, e, forse in memoria delle sue umili origini di cameriere, creò la Barbajada bevanda a base di caffè e cioccolato, diffusa a Milano fino agli anni trenta.
Gli ingredienti sono Cioccolata liquida, Caffè, Latte o panna.
per 2 persone
2cucchiai di cacao amaro
Zucchero
¼ di l. di latte freddo o panna
2 tazzine di caffè appena fatto

Si prepara mettendo nella cioccolatiera un terzo di cioccolata liquida, un terzo di caffè e un terzo di latte o panna e frullando il tutto sul fuoco in modo che faccia la schiuma. La cioccolata deve essere sciolta in acqua e non latte.
D’estate è ottima anche fredda.
LA cioccolata in tazza deve avere la giusta consistenza, non deve  troppo densa altrimenti sembra budino e nemmeno troppo liquida altrimenti è latte e cacao. questa è la cosa difficile, ottenere la giusta consistenza cosa rarissima nei bar.

Ricetta versione vegan:
Io preferisco farla con l’acqua, si sente il sapore del cacao molto meglio rispetto a quella con il latte, Inoltre aggiungo una parte di  cioccolato tritato.
Ingredienti per due tazze o tre, meglio due :-)
300 gr. di acqua o bevanda vegetale (latte di soia, riso ecc) , se decidiamo di usare latte vegetale già che ci siamo esageriamo, usiamone uno al cioccolato
15 gr. di fecola di patate o amido di mais
40 gr. di zucchero, quello che preferite.

40 gr. di cacao
40 gr. di cioccolato fondente, io uso quello al 85%
Setacciare la fecola di patate con lo zucchero e il cacao. Aggiungere l’acqua o il latte vegetale, un po’ alla volta per stemperare bene il mix di cacao zucchero e fecola. Mescolare con una frusta fino ad ottenere un composto liscio e ben amalgamato, non ci devono essere grumi. Portare ad ebollizione a fuoco basso, mescolando in continuazione. Quando si è addensato il tutto togliere da fuoco e aggiungere il cioccolato precedentemente tritato. Mescolare fino a completo scioglimento del cioccolato. Versare in tazze e servire. Quella in foto è decorata con panna da montare vegetale professional crem e una spolverata di cannella e una macinata di mix di pepe (rosa, verde, nero e garofanato)  A QUESTA RICETTA BASE è POSSIBILE AGGIUNGERE SPEZIE VARIE, PEPERONCINO CANELLA  ecc… da aggiungere con gli ingredienti secchi prima di stemperarli



0 commenti:

Posta un commento